
12 Apr avventure con il trattore
Stamane parto carico: domani pioverà per qualche giorno, e allora, come mi ha consigliato il mio amico Giacomo, vero contadino (non improvvisato come me!), sono intenzionato col trattore a zappare superficialmente la terra lavorata questo inverno, con lo scopo di rallentare lo sviluppo delle erbe spontanee che non mi permetterebbero di realizzare agevolmente l’impianto dell’orto estivo.
E allora inizio verso le nove, prima finisco di lavorare un pezzetto di terra che mi mancava, poi cambio l’attrezzo, monto la zappa, e vai che si parte, su e giù dalla collina, frullando la terra con questo attrezzo temibile. Quando devo usare il trattore ho sempre un po’ di timore, perché so che difficilmente va tutto liscio, ci son sempre dei problemi. Questa mattina invece, verso neanche le 11, avevo già superato metà campo; incredibile! Speranzoso e di buona lena, nel mentre che risalgo la collina per l’ennesimo giro, il trattore fa degli strani rumori: non ha più il suo tipico ringhio meccanico – l’ho infatti soprannominato Brancaleone – ma sento che tossicchia e fa fatica. Altro giro, altra risalita, ancora più fatica. Cosa poteva essere successo? La nafta c’era, la temperatura era 70 gradi, perfetta. Ho pensato a poco olio nel motore, l’unica cosa che non avevo controllato prima di iniziare. In pendenza è difficile valutarne il livello, ma mi sembrava pochino, così corro a casa, prendo la tanica, e ne do in pasto un paio di litri al trattore. Riparto, sembra che vada meglio, ma ancora in salita tossicchia, spengo tutto. Mi tolgo le cuffie, e sento un grido dal podere vicino: “Tartaglia! L’è il filter della nafta!”. Era Ferruccio, un caro amico comapesano che stava pulendo il bosco lì vicino. Da lontano aveva già capito il problema. Io ancora no. Mi incammino da lui, per sentire meglio che bisognava fare. Salta fuori che, sotto la pompa della nafta c’è un piccolo vasetto in vetro (!) con un filtrino che è un prefiltro del carburante. Provo a smontarlo. Era lercio, secondo me era dal 1965 (anno di nascita di Brancaleone) che nessuno lo puliva. Lo pulisco sommariamente, rimonto in sella e via. In salita continua a tartagliare. Intanto arriva Ferruccio: “Ma l’hai soffiato il filtro? Vedi che ci sono da cambiare gli altri due filtri”. Ovviamente non l’avevo soffiato, e allora salgo a casa, accendo il compressore e soffio il filtro. Per sicurezza mi porto la nafta e faccio il pieno. Riparto… niente! Il trattore non ne vuole più sapere, non si accende nemmeno. Mi abbandona ovviamente nel punto più lontano da casa. Argh! Fortuna vuole che pomeriggio devo scendere in città, ormai è l’una, metto tutto in pausa, se ne riparla poi.
Al sabato i negozi dei lavoratori sono tutti chiusi, ma riesco lo stesso a trovare i filtri, vado per montarli, ma la vite per chiudere le loro tazze contenitrici sono spanate. Ma che cavolo! Risalgo demoralizzato convinto di lasciare il trattore in mezzo al campo fino a che non finiranno le piogge. Nel mentre arriva Ferruccio: “Alora, teg l’è catada?” (Ce l’hai fatta?); gli mostro avvilito le viti spanate. Ma lui, da vero montanaro non si fa scalfire: “Ascolta, Nd’emia da me fiol, che ta’l sistema”. (andiamo da mio figlio che te lo sistema). E vabbuò. Andiamo dal figlio, un meccanico eccezionale, che in due minuti mi fa il filetto nuovo ai contenitori dei filtri.
Torno a casa a montarli, arriva anche Ferruccio. Tutto a posto, sfiatiamo l’impianto, scaldiamo le candelette, e WRRROOOOMMMM! Brancaleone è ripartito come nuovo! Son convinto che Ferruccio e Brancaleone siano della stessa manifattura. Irriducibili e indistruttibili, non ne fanno più così, la chiamano obsolescenza programmata. Infatti prende su la mia cariola e se ne va a casa.
Io finisco di lavorare il terreno gridando al miracolo. Al crepuscolo riesco anche a seminare Calendula e Camomilla. Era l’ultima possibilità per la Camomilla,. Anzi forse è già tardi, siamo ad Aprile, per giunta la Luna è quasi piena, ma visto che viene a piovere vale la pena provare. Una giornata intensa, come sempre quando c’è di mezzo il trattore. Ma Ferruccio è stato un angelo sceso dal cielo che mi sta insegnando un bel po’ di meccanica e non solo!
Stanco ma soddisfatto dell’intensa gioranta, vorrei chiudere con una citazione che ho letto proprio stamattina (guarda un po’); è di Sant’Antonio Abate e risale a circa il 280 d.C.:
“Addestrandoci nelle prove e mantenendoci pronti alla pugna, nessun contrasto, per quanto aspro, grave, devastatore e intollerabile, ci apparrà invincibile. Chi non possiede saggezza, mai pensa che ogni vicissitudine è per condurci al bene; la prova, manifesta le nostre virtù e ci rende degni di essere coronati da Dio.”